«…
quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale
prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira
con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui
sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e
aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.
Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui ti porta». (dal libro “Va’ dove ti porta il cuore”, di Susanna Tamaro)
Giugno
2010… Fine di un nuovo anno scolastico.
Sfogliando di pagina in pagina l’annuario della scuola in cui ho
insegnato, mi sono soffermata a lungo sulle belle parole che i
colleghi avevano riservato alla nostra preside, prossima alla
pensione.
La elogiavano per il lavoro svolto e l’impegno profuso
negli anni, le auguravano ogni bene per gli anni a venire e si
compiacevano con lei per l’importante traguardo raggiunto. È
proprio in quel momento che ho pensato a come sarebbe bello se anche
a metà del percorso, e non soltanto al termine di esso, i colleghi
esprimessero pensieri ed apprezzamenti di questo tipo. Quanta forza,
quanto coraggio, quanto entusiasmo essi darebbero, permettendoci di
continuare un lavoro che, a detta di tutti, non è sempre facile. E
in quella ho pensato a te, Vivian, a cui sento il bisogno di
esprimere qui, pubblicamente, la grandissima stima che provo nei tuoi
confronti, da un punto di vista umano e non solo professionale. Non
appena ti ho conosciuto nei corridoi della scuola, ho intuito che da
te avrei potuto imparare moltissimo, sotto ogni aspetto. E che il
tempo trascorso al tuo fianco non sarebbe stato in nessun caso
sprecato. Tu, professoressa con la P maiuscola al di là di ogni
retorica, tu che non perdi mai l’opportunità di aggiornarti e di
compiere un passo in più, tu che conosci e veramente ami la materia
che insegniamo, sempre preparatissima in vista di ogni lezione,
malgrado le difficoltà (madre di due figlie e moglie, chiamata ad
insegnare in tante scuole diverse, anche fuori città), sempre
disposta a dispensare preziosi consigli con umiltà e cordialità,
senza mai darti arie. Tu, una madre e una moglie esemplare e
premurosa, che non si abbatte mai e, instancabile, si dà sempre da
fare per riuscire a far fronte a tutti gli impegni. Christos,
Michelle e Dafni sono veramente fortunati ad avere un simile tesoro
al proprio fianco, così come noi, che abbiamo il privilegio di
collaborare con te e di trarre tanti insegnamenti dalla tua persona.
A te e alla tua famiglia auguro davvero tutto il bene possibile: che
tu possa continuare ad avere la “quieta flemma” che ti
caratterizza, senza mai perdere il tuo senso dell’humour e quel
pizzico di (auto)ironia che lo contraddistingue. Continua sempre ad
amare il tuo lavoro, perché – come si suol dire – nessuno è più
felice e fortunato di chi svolge una professione che ama.
Con infinita stima